Curiosità di Lucca

Il miracolo dei legumi

Uno dei più famosi miracoli relativi a Santa Zita è quello dei cassoni di legumi. Questi erano conservati nella soffitta di Casa Fatinelli, in via Fontana a Lucca, e contenevano una certa quantità di legumi che la giovane domestica provvedeva a distribuire nascostamente ai poveri. Quando seppe che il padrone di casa aveva venduto i cassoni e che il giorno seguente gli acquirenti sarebbero giunti per portarli via, Zita, che nel frattempo li aveva vuotati, pregò tutta la notte conscia del proprio "misfatto". Ma la mattina seguente i cassoni furono ritrovati pieni zeppi di legumi, in quantità addirittura superiore a quella originaria. Attualmente i cassoni miracolosi di Casa Fatinelli non esistono più, anche se la loro storia è nota persino oltre i confini italiani.

Il labirinto della Cattedrale
Nella Cattedrale di San Martino a Lucca, eretta nel VI secolo dal vescovo Frediano, con esterno romanico ed interno gotico, sul mezzo pilastro del portico adiacente al campanile è murata ad altezza uomo una pietra raffigurante un labirinto rotondo (cretese) di circa 50 centimetri di diametro, con un'iscrizione che dice: "Questo è il labirinto costruito da Dedalo cretese dal quale nessuno che vi entrò poté uscire eccetto Teseo aiutato dal filo di Arianna". La collocazione del labirinto nella Cattedrale ha chiaramente una spiegazione cristiana simbolico-allegorica: le tortuosità della vita e il labirinto del peccato si superano con la Fede. Il disegno del labirinto, con le divisioni interne disposte a croce, rimanda all'antichissimo schema grafico della "triplice cerchia" e un tracciato simile è presente anche in altre cattedrali francesi, quali Chartres, Amiens, San Quintino.

Il prodigio della mannaia
Nell'anno 1334, nella campagna lucchese, un uomo da Pietralunga venne ferito a morte dai briganti. Un certo Giovanni di Lorenzo da Arras, fermatosi a soccorrere il moribondo, venne scambiato dalla gente del luogo per l'assassino e subito incarcerato. Torturato per fargli estorcere la confessione di un delitto mai compiuto, Giovanni cedette al dolore e si accusò, finendo condannato alla ghigliottina. Durante la notte pregò il Volto Santo del Crocifisso conservato nella Cattedrale di San Martino, promettendo assoluta devozione se fosse stato graziato da tale condanna. L'indomani fu condotto alla ghigliottina ma la lama che calò sul suo collo più volte sembrò curvarsi e farsi molle, senza arrecargli nessun danno. Di fronte a tale prodigio Giovanni fu proclamato innocente e liberato. La mannaia in questione è ora conservata dietro una grata dirimpetto alla Cappella del Sacro Volto in San Martino e una lapide posta al di sotto, narrante la storia del miracolo, si conclude con queste parole: "Va e impara che nessuna preghiera è più efficace dell'innocenza per ottenere prodigi".

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