Le sorgenti delle terme di Montecatini

In epoche diverse sono state scoperte ben venticinque sorgenti, alcune delle quali avevano nomi curiosi: di Papo, del Cipollo, dell'Olivo, della Fortuna, del Masso, della Speranza, del Villino, Savi, Gabbrielli, Scannavini, Lazzerini, Martinelli. Una si chiamò dell'Angiolo, non per ragioni soprannaturali, ma perché era stato un fattore, 1'Angiolo appunto, che l'aveva scoperta. In molti casi si trattava di acque, aventi caratteristiche e composizioni quasi identiche che venivano poste in commercio dalle due società Regie Terme e Nuove Terme o, direttamente, da privati. Le due società furono unificate, per l'impegno e la volontà del senatore professor Grocco, nel 1911, e fatto divieto d'uso ai privati. Abbandonate le sorgenti similari, oggi se ne sfruttano cinque tipiche: due deboli, la Rinfresco e la Tettuccio; una media, la Regina; due forti, la Torretta ed il Tamerici. Queste acque si usano per la bibita e curano le affezioni del fegato e delle vie biliari, dell'apparato digerente e del ricambio. Le acque Giulia e Leopoldina, invece, si usano solo per i bagni ed il cratere Grocco per la macerazione del fango termale. La loro azione si associa alle cure idropiniche ed è stimolante e risolvente.

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